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Garanzia Giovani. Occasione da non sprecare

Il governo si comincia a interrogare, a seguito anche di interrogazioni parlamentari, sull’effettivo funzionamento del programma europeo per la formazione e l’avviamento al lavoro “Garanzia giovani”. Nonostante i finanziamenti messi a disposizione dall’Unione europea per offrire a tutti i giovani che escono dal ciclo scolastico un affiancamento delle strutture pubbliche per trovare più facilmente un impiego, di fatto il piano è partito solo parzialmente, in particolare proprio per quanto riguarda l’attivazione di percorsi di inserimento reale nel lavoro e nella formazione.

Da un primo bilancio di quanto realizzato viene fuori uno spaccato articolato, con alcune regioni dove il piano comincia a dare risultati ed altre dove i centri per l’impiego ancora non hanno chiamato i giovani per il primo colloquio di orientamento. Il ritardo prevalente è nel centro sud, senza però escludere anche regioni del nord.

Complice anche la crisi, i centri dell’impiego non hanno molti lavori da offrire anche se lo spirito del programma era non solo quello di aiutare i giovani nella ricerca del lavoro, ma anche di sostenerli in un vero percorso di orientamento e formazione realmente professionalizzante.

Se guardiamo al Lazio ( dove gli investimenti previsti per le diverse misure ammontano a 140 milioni di euro) gli iscritti a oggi risultano essere più di 22mila di cui 8mila residenti in altre regioni. Dei 16mila già convocati se ne sono presentati solo la metà. Come mai? E perché tutto il programma nel Lazio fa fatica a decollare?

A nostro modo di vedere tre sembrano essere gli ostacoli principali:

  • la frammentazione e la farraginosità delle procedure di finanziamento (non tutte le misure previste dopo quasi un anno sono state realmente avviate);
  • l’eccessiva burocratizzazione delle procedure di accreditamento dei soggetti privati (ci sarebbe da chiedersi perché fino ad oggi si sono accreditate poche e soprattutto piccole strutture, mentre ad esempio le società di somministrazione e intermediazione non si sono potute accreditare?);
  • la scelta assunta a livello nazionale di prezzi standard troppo bassi per la remunerazione dei servizi di orientamento e intermediazione.

Allo stato dell’arte si hanno ancora pochi dati sull’efficacia delle misure già avviate. Il rischio è quello che si attivino solo, ad esempio, i tirocini grazie ai quali le aziende possono usufruire dell’utilizzazione di giovani a zero costi e senza impegni per il futuro fuori da qualsiasi progetto di reale incontro tra domanda e offerta che solo servizi del lavoro efficienti potrebbero offrire.

In questo contesto si può suggerire di correggere qualcosa per far funzionare il meccanismo. La cosa più facilmente realizzabile è superare, almeno in questa prima fase, l’accreditamento per le agenzie ritenendo di per se valido quello che hanno già come ente di formazione o come agenzia autorizzata all’intermediazione di domanda e offerta di lavoro. Queste credenziali potrebbero valere di per se per poter organizzare e offrire ai giovani opportunità di orientamento e/o avviamento al lavoro o un corso di formazione di un profilo più specifico di specializzazione o professionalizzazione. Ad esempio si potrebbe permettere ai giovani di finanziarsi un corso per avere l’attestato di Operatore socio sanitario che oggi si può fare a pagamento, ma che è una chiave essenziale per accedere ai lavori di servizio alla persona.

L’altra semplificazione da introdurre è che i giovani siano messi in condizione di beneficiare di un vaucer individuale per accedere alle varie opportunità semplicemente recandosi d un Cpi e a un Col, eliminando le attuali pastoie burocratiche. Centri per l’impiego e Centri per l’orientamento al lavoro registrerebbero la scelta del giovane e l’erogazione del vaucer potrebbe successivamente liquidato dalla Regione direttamente all’ ente o all’agenzia in base . I CPpie i Col stessi potrebbero beneficiare del vaucer per le azioni di orientamento e incontro domanda e offerta in sana competizione con enti e agenzie private, oltre a governare le selezioni per le proposte di servizio civile presso enti pubblici.

Inoltre potrebbero beneficiare del vaucer anche Università, comuni o istituti d’istruzione pubblica di secondo livello che offrano una formazione con le caratteristiche prima dette o anche percorsi di orientamento e avviamento al lavoro. Queste sono forse cose di buon senso , ma semplificare può essere una cura essenziale per i mali di casa nostra, soprattutto se si pensa che la “Garanzia giovani” doveva essere una prova per un diverso funzionamento delle politiche attive del lavoro.

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