Cronaca del lavoro

Adecco, uno studio evidenzia l’importanza dei social nella ricerca del lavoro

Giunge alla quarta edizione la ricerca ‘Il lavoro ai tempi del #SocialRecruiting’ condotta da Adecco in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano. Delineati e quasi scontati i risultati: i social network sono e saranno strumento sempre più fondamentale nel mercato del lavoro, sia per chi offre che per chi cerca. Al momento, stando ai dati dello studio, il 7% di chi ricerca occupazione riesce a trovarla grazie ai social, mentre un’azienda su quattro ha dichiarato di aver escluso possibili candidati proprio dalle informazioni reperite sui loro profili online.

Più di 17mila persone in cerca d’impiego sono state coinvolte nell’analisi, insieme a 1500 recruiter provenienti da 24 paesi del mondo. Al centro dell’attenzione il ruolo che i social ricoprono nel mondo delle professioni, soprattutto il modo in cui si utilizzano e l’efficacia nello scovare possibilità di lavoro. Chiave è la ricerca e la selezione che permettono ad ambo le parti di attuare. Nel 2013 più della metà delle selezioni è avvenuta su internet e il trend è in continua crescita nel 2014. In Italia, il 67% degli intervistati ha dichiarato di cercare lavoro tramite il web e in particolare tramite i social network. Linkedin ovviamente il canale più usato, ma segue abbastanza vicino Facebook. Aumentano le persone che diffondono i rete il proprio curriculum e proprio per questo, contrariamente a quanto si può pensare, non sono i profili manageriali o di spessore quelli che trovano impiego con più facilità: la selezione infatti avviene a livelli maggiori su profili non qualificati. Tra i settori più social possiamo trovare le vendite, l’amministrazione e il marketing.

La ricerca evidenzia come sia fondamentale la reputazione dei vari candidati online, valutata dai recruiting soprattutto in base alle passate esperienze lavorative e alla personalità evidenziata. Contenuti e foto sono stati discriminatori almeno una volta per il 25% degli intervistati, così come commenti o fatti che possano aver violato regolamenti universitari o di altri posti di lavoro. Avere una buona rete di conoscenze online e un profilo ‘professionalmente’ efficiente e pulito può fare la differenza e incide maggiormente di una buona rete di conoscenze offline.

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